E TU CHE BARCA HAI?

Marco 3,7-12 .

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.


Mettiamo a disposizione di Gesù la barca della nostra vita perché possa continuare ad annunciare la Parola alla folla di uomini e donne senza speranza che accalcano i sentieri della nostra modernità!
Gesù ha bisogno di noi, desidera farci parte dei suoi progetti, delle sue scelte, del suo Regno. Misterioso e incomprensibile Dio che chiede agli uomini di aiutarlo nella salvezza! Straordinario Signore che non si lascia scoraggiare dal nostro limite ma lo trasfigura!
Di una barca necessita il Signore, non di uno yacht lussuoso o di una nave da crociera, ma della piccola barca a remi che siamo. Barca inadatta, barca che a malapena riesce ad affrontare le calme acque del lago, incapace di avventurarsi al largo degli oceani… Sì, siamo inadatti, siamo poco capaci, siamo peccatori… questo fermerà la potenza di Dio? O piuttosto non la proclamerà, perché -come dice san Paolo- nella nostra debolezza si manifesta pienamente la misericordia di Dio?
Oggi, qualunque cosa faremo, imprestiamo la barca della nostra vita al Signore, facciamolo salire. Imprestiamogli la nostra intelligenza, la nostra voce, il nostro sorriso per renderlo presente, almeno un poco, alle persone che incontreremo.

Grazie Gesù perché anche oggi sali sulla barca della mia vita, anche se è vuota e l’ho tirata in secco.

Buona giornata!