Luca 9,22-25 .
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

La Quaresima è un tempo che ci prepara ad arrivare a Pasqua vivificati, non mortificati! In questo tempo è importante non confondere l’autolesionismo con la penitenza.
Oggi Gesù ci chiede di prendere la croce e di seguirlo. E probabilmente, a queste parole, tutti andiamo con il pensiero a quella data fatica, o a quella disgrazia che dobbiamo sopportare, o a quella situazione insanabile… Portare la croce è diventato addirittura sinonimo di sopportazione e pazienza. Ma siamo sicuri che Gesù intendesse questo?
Portare la croce = perdere la faccia.
Ai tempi di Gesù la croce era l’umiliazione più ignominiosa che si potesse anche solo immaginare, sia per i cittadini romani, sia per gli ebrei. Rinnegare se stessi e portare la croce quindi significa: “Amami fino al punto che non ti importa di perdere la faccia per me, seguimi fino a scoprire che valgo più di ogni altra cosa”.
Così Gesù ci invita in Quaresima a riscoprire che egli è tutto, l’assoluto, la pienezza, l’amore, ogni desiderio e ogni anelito colmato.
Ci sfida a scoprire che, in un mondo in cui tutti parlano di auto-realizzazione, l’unica cosa che conta è quella di perdere la propria vita per amore, donarla questa vita, come saprà fare il Lui per noi.
Signore fa che questo tempo di quaresima ci aiuti a riscoprire quanto ci sei prezioso.
Buona giornata!