Luca 5, 33-39 .
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Ma certo! Com’è buono il vecchio vino: riconosco il suo sapore, l’ho sempre bevuto, ormai va bene per ogni pasto che mangio, forse non sarà il migliore del mondo ma mi piace! E perché dovrei cambiare? Sto così bene: ho i miei punti di riferimento, le mie collaudate abitudini, i miei riti sicuri, il mio tran-tran rassicurante…
Com’è difficile aprirsi alla novità, che non vuol dire necessariamente accettarla perché nuova, ma almeno guardarla, considerarla, farsi venire il dubbio… C’è, forse, la paura di scoprirsi vecchio, ormai inutile? O forse ci si ritiene incapaci di adeguarsi al mondo che cambia, di non potercela fare a diventare nuovo con le sole proprie forze? Già perché magari ci siamo abituati a risolvere i nostri problemi sempre con le nostre forze. Questo Dio che mi ama comunque anche quando lo rifiuto o quando voglio fare di testa mia perché “so io come si fa”, è un vino troppo frizzante. E’ una Presenza che mi mette in discussione, che mi costringe a guardarmi da un altro punto di vista, diverso dal mio ripetitivo e rassicurante conosciuto.
Dio ci stupisce sempre perché, come dice Papa Francesco, Dio è giovane!
So accogliere le sorprese di Dio?
Buona giornata!
le sorelle clarisse