Luca 21,1-4 .
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Dal “superfluo” al “tutto”, il gioco dell’amore con Dio è qui. E’ su questi due criteri che si misura la profondità dell’essere cristiani, non in quantità, ma qualità.
Il “superfluo” è quando, decidiamo di vivere dentro delle “oasi” di cristianesimo, con eventi, incontri, celebrazioni che ci fanno star bene e ci fanno sembrare belli con gli altri.
Il “tutto” è quando, nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, nelle decisioni, nelle relazioni, cominciamo a chiederci cosa avrebbe fatto Gesù, e se ciò che stiamo per fare è in conformità alla potenza rivoluzionaria dell’Amore del Regno Nuovo di Gesù.
E’ una questione di scelta, di priorità.
Il mondo non sarà mai scosso e non cambierà se continuiamo a dare il superfluo.
Quando qualcuno da il tutto di se, in termini di tempo, di amore, di passione, di capacità di sporcarsi le mani, allora viene additato come eroe. Ma non è cosi: nessun eroe… dovrebbe essere la quotidianità e normalità del Regno rivoluzionario di Cristo.
Si tratta di scegliere… stare nell’ipocrita “superfluo” o nel rivoluzionario “tutto”.
Siamo davvero convinti che “prendere riempie le mani, dare riempie il cuore“?
Buon inizio di settimana!