Matteo 11,25-30 .
SACRO CUORE DI GESU’
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Forse l’immagine del Sacro Cuore di Gesù è da purificare… Le stampe oleografiche di fine ottocento, infatti, ci presentavano un improbabile Gesù con i boccoli e lo sguardo eccessivamente languido. Un Gesù che mostrava un petto aperto da cui fuoriuscivano tanti raggi luminosi che oggi, ai nostri bambini, fanno venire in mente i poteri dei supereroi.
Ma, se non ci fermiamo all’immagine e andiamo al nocciolo, la festa di oggi è di quelle che saziano l’anima; che dovrebbero commuoverci alle lacrime.
Oggi fissiamo lo sguardo sulla misura infinita dell’amore di Cristo per ciascuno di noi. Oggi celebriamo la rivelazione di un Dio che muore per amore.
È questo il senso della festa di oggi. E la croce, segno supremo del suo amore, è lì a ricordarci non il supremo dolore, ma l’infinito dono che ci è stato fatto.
Il cuore è, secondo il sentire comune, la sede delle emozioni e dell’amore, delle passioni e del dolore.
Festeggiare il cuore di Cristo significa soffermarsi a contemplare la misura del suo amore infinito, lasciarsi raggiungere, ancora una volta, dalla sua compassione.
“Signore, fa che impariamo da te la mitezza e l’umiltà di cuore.”
Buona festa del Sacro Cuore!