CHIEDETELO AD UNA MADRE

Giovanni 6,52-59 .

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.


Come può quest’uomo darci la sua carne da mangiare? Che dice?
Eppure… chiedetelo a una madre con un figlio neonato. Chiedetelo a lei e vi dirà se a volte non le sembra di venire mangiata, brano a brano. Se il suo donarsi, volontario e necessario, non è un donarsi pezzo dopo pezzo: tempo, energie, attenzione, mente e cuore.
Non è tutto molto fisico? E al tempo stesso molto spirituale? Non è forse tutto molto semplice e comprensibile?
Non possiamo fare a meno di Gesù, e del suo corpo e del suo sangue. Non possiamo non nutrirci di lui come neonati: moriremmo. Lui ci è necessario. Ci è necessaria la sua parola, che ci insegna a parlare. Ci è necessario il suo amore, che ci insegna a camminare, a rapportarci e a leggere il mondo.
Come una madre, Cristo ci nutre di se stesso e noi dovremmo avere sulle labbra la dolcezza del suo nome. Proprio come san Francesco che ogni volta che diceva “Bambino di Betlemme”, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole.

“Che io mi nutra di te, Signore!”

Buona giornata!