VISPE TERESE

Giovanni 16,16-20 .

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».


“Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”… I discepoli del Signore non sono delle “vispe Terese” che vanno in giro per il mondo con i moscerini sui denti a causa del sorriso perenne stampato in viso! Siamo uomini e donne immersi nelle profondità della vita, nei suoi meandri a volte dolorosi. Siamo donne e uomini che credono nella personale fatica quotidiana del crescere. Siamo donne e uomini non “a prescindere”, ma che guardano al Figlio dell’Uomo come al modello di quell’umanità da sempre pensata e voluta dal Padre. Siamo donne e uomini che non si accontentano di una fede detta da altri, ma che cercano in profondità; che non sono appagati, ma pongono e si pongono domande, in un travaglio quotidiano, per purificare l’immagine del volto di Dio, per liberarla da storture e deviazioni, da paure e proiezioni magiche. Siamo donne e uomini che scelgono di appoggiare la fede nelle profondità della vita, anzi di appoggiarsi alle profondità della vita per dare spessore alla propria fede.
È un “parto” continuo, spesso doloroso, quotidiano: il parto che genera l’uomo nuovo, colui che davvero può cantare un canto nuovo alla vita, al Signore della Vita, al Padre della vita, Colui è fonte della nostra gioia.

“Signore, mi venga in aiuto il tuo Spirito consolatore, per saper guardare oltre ogni sofferenza. E nessuno mi potrà togliere la tua gioia!”

Buona giornata!